Corso di formazione per addetti ale vendite nei panifici: un nuovo approccio ad un consumatore sempre più informato

Quando un incontro come questo è stato organizzato ed in precedenza pensato, la domanda che ci è sorta spontanea è stata “ come possiamo far sì che i nostri clienti non siano parte di quella cerchia di persone che credono che il problema della nostra alimentazione sia il pane? ” La risposta fu così spontanea e unanime, che ci portò ad organizzare un corso calibrato e organizzato apposta per le persone che interagiscono principalmente con la clientela all’interno dei nostri negozi : gli addetti alla vendita.
Domenica 23 settembre, nella sede di Confartigianato a Brescia, vennero ospitate circa 200 persone iscritte al corso, tutte quante dipendenti nei panifici dei nostri soci.
Il corso ebbe inizio con l’introduzione del nostro avvocato, Simone Pieragostini, che presentò gli altri due relatori cominciando successivamente a parlare di ciò che aveva preparato. Una prima parte completamente legale, legata a ciò che la legge italiana prevede per ogni singola sfumatura del nostro amato lavoro.
Partendo dalla legge 580 del 1967, ovvero la legge sulla panificazione, ci siamo spostati ad analizzare il fatto che questa legge esprime oggettivamente il vero e proprio significato di vari termini che usiamo tutti i giorni, ad esempio la farina.
Dopo varie precisazioni su tale argomento ed aver analizzato alcuni articoli importanti di tale legge che spiegano per filo e per segno molte cose che appaiono ovvie e scontate, l’attenzione del marchigiano si è spostata sulle nuove norme sull’etichettatura dei prodotti. Si è partiti dalle definizioni dei prodotti ( preconfezionati, preincartati o sfusi ), andando ad analizzare tutte quante le indicazioni obbligatorie da imporre sull’etichetta e soffermandosi molto sulla denominazione di vendita.
E’ obbligatorio, infatti, utilizzare sia il nome tecnico che ( solo se si vuole ) il nome dialettale di ogni prodotto aggiungendo pure la data di produzione.
La seconda parte, divisa dalla precedente grazie al buffet organizzato dal nostro socio e vice presidente Fabrizio zucchi, è stata condotta e presentata dall’insostituibile professor Piergiorgio Pietta, che rispetto al nostro avvocato si è principalmente basato sulla parte chimica e biologica di tutti quei prodotti che noi vendiamo.
Parlando di tutto ciò che tecnicamente andrebbe comunicato ad un cliente, il professor Pietta, ha spiegato vari elementi che rendono il pane uno dei principali sostenitori della dieta Mediterranea, alludendo anche a quale sarebbe il perfetto pane salutare. “ Eliminare il pane da una dieta garantisce l’aumento di peso e la cattiva salute di un individuo ” denuncia, Pietta, mentre continua elogiando l’idea di una dieta sana ed equilibrata.
Andando a spiegare a tutti quanti quello di cui effettivamente ha bisogno il nostro organismo per poter condurre una vita sana, spiegò pure quanto possa essere efficace l’impasto e il consumo del pane che riesce a mantenere l’equilibrio tra le proteine, i grassi e i carboidrati che ogni giorno siamo obbligati ad assumere.
La terza parte, narrata dal dottor Carlo Gronchi, fu molto provocatoria e incisa. Dalle parole determinate del dottore, si capì immediatamente lo spessore del messaggio che
voleva inviare. “ Bisogna imparare a chiamare le cose con il loro nome, se si fa una panettone con la ricetta del panettone lo chiamo così, se modifico la ricetta diventa un panettone modificato! ” annuncia, prima di focalizzare l’attenzione sulle tante frasi che i clienti dovrebbero o non dovrebbero sentire.
Passa l’attenzione poi, sulla parte più tecnica dell’impasto e della cottura andando ad evidenziare come un tipo di lavorazione diverso dall’altro possa cambiare completamente il prodotto ottenuto. Conclude evidenziando il fatto che è giusto che ora sia l’addetto alle vendite a prendere in mano la situazione, soddisfando le richieste del cliente senza più dover chiedere informazioni o delucidazioni dal fornaio in questione, diventando così gestore a 360 gradi del proprio negozio.